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Storia di Camporeale

Camporeale è un piccolo centro di circa quattromila abitanti, della provincia di Palermo, posto nella parte orientale del Val di Mazara, a confine delle province di Agrigento, Trapani e Palermo. Distante 45 Km. da Palermo, si trova a 440 m. sul livello del mare, e alle falde delle colline: Cozzo di Cipolla, Cresta di S. Cosimo e Spezzapignatte (m. 610), che sovrastano l’amena pianura di Mandranova e lo difendono dai venti nordici. Il panorama che si presenta al visitatore è meraviglioso: colline, monti, pianure, da cui si scorgono i paesi di Corleone, Campofiorito, Roccamena, Bisacquino, Contessa Entellina, Gibellina, Salemi. All’orizzonte si scorge, da Corleone a Salemi, una meravigliosa catena di montagne comprese tra le province di Palermo, Agrigento, Trapani. Protette da questi monti che circondano da tutte le parti il territorio di Camporeale, si estendono ridenti e verdeggianti vallate, costellate da poggi, promontori, colline: Galiello, Rocca di Maranfusa a forma di un leone accovacciato, Cozzo Renelli, Montagnola, Serra Parrino, Cozzo di Curbici a sinistra del paese. Ma il monte più famoso, vicino a Camporeale, presso S. Giuseppe Jato, è monte Jato. Qui sorgeva una città costruita verso il VII sec. a.C., di nome Jato (che ha dato il nome a S. Giuseppe Jato) contemporanea di Makella, l’antica città da cui derivò Macellaro e poi Camporeale. Anche oggi gli abitanti di Camporeale sono chiamati dagli anziani “Maciddaroti”.

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Alto Belice

Le splendide Valli dell’alto Belice e dello Jato ospitano percorsi che permettono di godere di tutte le bellezze offerte dal territorio. A chi ama le passeggiate, le escursioni ed il trekking, queste valli riservano tanti e splendidi scorci da scoprire, aree dense di agrifogli, ampelodesma e antichi boschi di quercia. Anche la fauna offre spettacoli significativi, passeggiando è possibile udire i canti degli usignoli e delle cinciallegre ed ammirare l’eleganza delle poiane e la scaltrezza del gheppio. In questo territorio la Pro Loco di Camporeale e i suoi partner istituzionali hanno tracciato tre percorsi che uniscono il fascino naturalistico del paesaggio con i siti archeologici e culturali della zona e con le migliori esperienze produttive nell’ambito agroalimentare e vitivinicolo

 

 

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